La Pietra Paesina, per i suoi singolari disegni e le sue varianti cromatiche, fino dal XVI secolo fu utilizzata a Firenze, e non solo, negli intarsi per mobili, stipi e altri oggetti di arredo, nella decorazione di ambienti e nella produzione di suppellettili, ma venne citata per la prima volta solo nel 1664 dal Prof. Athanasius Kircher, un nobile tedesco, che ne descrisse non tanto l'aspetto scientifico, quanto piuttosto quello estetico. Egli infatti aveva notato sui rivestimenti dell'altare della chiesa di
S. Sebastiano a Roma, degli strani marmi con figure simili ad una città in rovina. Questo marmo “ruiniforme” proveniva da Firenze dove veniva estratto in gran segreto in alcune località del comprensorio.
A partire dal XVII secolo l'uso decorativo della Pietra Paesina si diffuse anche in Francia, Inghilterra e Germania; era infatti considerata, per la sua rarità, un ornamento fra i più preziosi e perciò assai ricercata dalle corti reali dell'epoca.
Molte furono le realizzazioni; alcune purtroppo, non sono sopravvissute al tempo e sopratutto agli eventi bellici del 1900.
Per quanto riguarda le Pietre Paesine usate per le decorazioni, nella quasi totalità dei casi, si tratta di pietre provenienti dall'area fiorentina di cui siamo in grado di riconoscere la località di estrazione, e addirittura dove era ubicato lo strato calcareo.
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In questa sezione abbiamo raccolto alcune testimonianze fotografiche.