Legata alle sperimentazioni tecniche ed esecutive condotte nel Cinquecento dal veneto Sebastiano del Piombo, la produzione dei dipinti su pietra trovo' terreno fertile a Firenze, dove nel 1588 era stato istituito dal Granduca Ferdinando I de' Medici l'Opificio delle Pietre Dure, un'officina specializzata nella lavorazione di rari e preziosi materiali litici da destinarsi prevalentemente all'arredo decorativo della Cappella dei Principi in San Lorenzo.
Nel corso del Seicento la diffusione di questo genere nel capoluogo toscano fu pressochè costante, raggiungendo il suo auge al tempo del granducato di Cosimo II, periodo nel quale è registrato un numero elevato di dipinti su pietra negli inventari delle raccolte medicee.
Tra questi si annoverano soprattutto opere eseguite su fette o lastre lucidate di una varietà particolare di calcare alberese, reperita nei dintorni di Firenze, nota comunemente, a seconda delle venature litiche, come Pietra Paesina, Lineato d'Arno.(S. Bellesi, Otto dipinti su Pietra Paesina pag. 7)
Tra i molti artisti che hanno prodotto opere su Pietra Paesina, vanno ricordati Filippo Napoletano (nel periodo 1617-1621), Francesco di Jacopo Ligozzi di cui il museo dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze conserva un'opera eccezionale, "Dante e Virgilio durante la discesa all'Inferno", ma sopratutto Stefano della Bella, attivo a Firenze tra il suo ritorno da Roma e la sua partenza per la Francia (1637-1639) e dopo il suo rientro in città avvenuto nel 1650.
Bibliografia:
Sandro Bellesi
Stefano della Bella, otto dipinti su Pietra Paesina
Alessandro Falciani Libri, Firenze 1998